L’imminente arrivo del ciclone Chido: una minaccia crescente nell’Oceano Indiano

Un violento ciclone, chiamato Chido, minaccia le isole dell
L’imminente arrivo del ciclone Chido nell’Oceano Indiano desta crescente preoccupazione. Le isole Comore, Madagascar e Mayotte si preparano ad affrontare questa violenta tempesta tropicale, aspettando con apprensione il suo approdo. Le autorità delle Comore, un piccolo arcipelago, hanno adottato misure di emergenza, ordinando la chiusura delle scuole in previsione dell’arrivo di Chido sabato mattina presto. Prima di ciò, si prevedeva che il ciclone avrebbe sfiorato il nord del Madagascar. La Francia, territorio confinante con Mayotte, ha messo quest’ultima in allerta rossa da venerdì sera, il livello di allerta più alto.

Anche in Mozambico, nel continente africano, le province settentrionali di Cabo Delgado e Nampula hanno emesso un allarme rosso, prevedendo che più di 2 milioni di persone potrebbero essere colpite dall’arrivo di Chido, previsto domenica mattina presto. L’Istituto Nazionale di Meteorologia del Mozambico ha previsto venti fino a 200 km/h. Ana Cristiana, direttrice del Centro nazionale per le operazioni di emergenza, ha affermato che inizialmente si stima che fino a 2,5 milioni di persone nelle province di Cabo Delgado e Nampula potrebbero essere colpite e richiedere l’evacuazione.

Anche lo Zimbabwe, senza sbocco sul mare, si sta preparando alle conseguenze di Chido, dicono i funzionari.

In Madagascar, gli allarmi sono stati inviati sui cellulari e trasmessi alla radio a partire da giovedì per allertare la popolazione e incoraggiarla a prendere precauzioni. Le evacuazioni erano in corso nella regione settentrionale di Diana, dove si prevedeva che l’impatto del ciclone sarebbe stato maggiore. Le autorità hanno emesso un avvertimento di pericolo imminente per i residenti nella zona, affermando che potrebbero essere colpite quasi 20.000 persone.

Da martedì le autorità malgasce hanno iniziato a consegnare nella regione cibo e attrezzature di emergenza come pompe per l’acqua, generatori e motoseghe.

Il governo francese sta inviando a Mayotte circa 110 persone per soccorrere i danni, tra cui soccorritori dalla terraferma e vigili del fuoco della vicina isola di Reunion, oltre a tre tonnellate di attrezzature di emergenza. L’aiuto comprende cani da ricerca e specialisti del soccorso urbano, ha detto alla radio pubblica locale il capo dei vigili del fuoco e di soccorso del dipartimento di Mayotte, il colonnello Frédéric Leguillier.

La stagione dei cicloni, che va da dicembre a marzo, è un periodo temuto nella regione, spesso colpita negli ultimi anni da violente tempeste provenienti dall’Oceano Indiano. Il ciclone Idai nel 2019 ha causato la morte di oltre 1.300 persone in Mozambico, Malawi e Zimbabwe, mentre lo scorso anno il ciclone Freddy ha causato più di 1.000 morti in diversi paesi.

Gli studi confermano che i cicloni sono diventati più intensi a causa dei cambiamenti climatici.

Crisis24, una società di gestione dei rischi, ha lanciato l’allarme: il ciclone Chido potrebbe causare inondazioni e frane devastanti, mentre le acque stagnanti potrebbero causare epidemie di colera, febbre dengue e malaria, come accaduto dopo Idai.

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