Nel mondo odierno, la registrazione delle nascite dei bambini è una questione cruciale che merita un’attenzione speciale. L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, l’UNICEF, ha recentemente pubblicato un rapporto che evidenzia un gradito aumento del numero di bambini registrati alla nascita in tutto il mondo. Secondo il rapporto, negli ultimi cinque anni è stato registrato quasi l’80 percento dei bambini sotto i cinque anni.
La direttrice esecutiva dell’UNICEF Catherine Russell ha espresso soddisfazione per i progressi compiuti da milioni di bambini nel realizzare il loro diritto a un’identità legale, chiedendo nel contempo maggiori sforzi per garantire che ogni bambino sia registrato alla nascita. Nonostante questi progressi, circa 150 milioni di bambini restano “invisibili” ai sistemi governativi, più della metà dei quali nell’Africa subsahariana.
La registrazione delle nascite garantisce l’immediato riconoscimento giuridico dei minori, fornendo una base per la protezione da danni e sfruttamento e garantendo al contempo l’accesso a servizi essenziali quali vaccini, assistenza sanitaria e istruzione.
È allarmante che oltre 50 milioni di bambini registrati non abbiano ancora un certificato di nascita, un documento fondamentale che funge da prova di registrazione ed è necessario per ottenere la nazionalità, prevenire l’apolidia e garantire che i bambini possano godere dei loro diritti fin dalla nascita.
I progressi globali finora compiuti sono stati trainati in larga parte dai paesi che hanno dato priorità alla registrazione rapida, sfruttando i sistemi sanitari, di protezione sociale e di istruzione, estendendo i servizi a più località, digitalizzando il processo ed eliminando i costi.
Nella regione dell’Africa subsahariana si osservano disparità nei progressi e nei livelli di registrazione. L’Africa meridionale è in testa con l’88%, mentre l’Africa occidentale ha registrato i progressi più significativi negli ultimi 15 anni, raggiungendo il 63%. L’Africa orientale e centrale sono meno colpite, con tassi rispettivi del 41%.
L’UNICEF prevede che, con lenti miglioramenti e una popolazione infantile in rapida crescita, dopo il 2030 potrebbero esserci più di 100 milioni di bambini non registrati, se le tendenze attuali continueranno.
Per molte famiglie in tutto il mondo persistono ostacoli dovuti al debole impegno politico, alle lunghe distanze da percorrere e alle ripetute visite agli uffici di anagrafe. La mancanza di consapevolezza sulle procedure di registrazione, le tariffe inaccessibili, i costi indiretti proibitivi e, in alcuni casi, la discriminazione basata sul genere, sull’etnia o sulla religione, sono tutti fattori che rendono difficile la registrazione..
Nonostante queste sfide, alcuni paesi hanno compiuto progressi significativi. Nell’Africa sub-sahariana, il Botswana ha raggiunto la registrazione universale delle nascite, mentre la Costa d’Avorio supera il 90%. Anche Ruanda, Sierra Leone e Tanzania, tra gli altri, hanno mostrato miglioramenti costanti negli ultimi dieci anni. Questi successi forniscono modelli preziosi da seguire per altri paesi.
In conclusione, è imperativo proseguire gli sforzi per garantire che ogni bambino venga registrato alla nascita. La registrazione delle nascite è un diritto fondamentale che apre le porte a un futuro migliore per i bambini di tutto il mondo, garantendo loro protezione, accesso ai servizi essenziali e rispetto dei loro diritti fin dall’inizio della loro vita.