Il recente sviluppo politico in Guinea ha suscitato indignazione e frustrazione tra vari gruppi di opposizione in seguito all’annuncio della giunta militare secondo cui la transizione verso un governo democratico si estenderà oltre la fine dell’anno in corso.
Il portavoce dell’autorità regnante ha giustificato la proroga affermando che non sussistono ancora le condizioni necessarie per porre fine al periodo transitorio. Dal colpo di stato del settembre 2021, le garanzie fornite dalla giunta ai negoziati con l’ECOWAS prevedevano il ritorno alle elezioni e al governo civile entro due anni.
Lo scorso luglio è stata presentata ai cittadini una bozza di nuova costituzione, che prevede una rigorosa limitazione a due mandati presidenziali di cinque anni ciascuno, lasciando però la possibilità all’attuale leader militare, Mamady Doumbouya, di partecipare alle prossime elezioni presidenziali.
Tuttavia, il referendum annunciato per ratificare questo documento e permettere il ritorno ad un regime costituzionale non è stato ancora organizzato, e la giunta non ha intrapreso alcuna iniziativa concreta in vista dello svolgimento delle elezioni.
Le Forces Vives, che riuniscono membri dell’opposizione guineana, organizzazioni della società civile e attivisti, hanno dichiarato che non riconosceranno più la legittimità dell’autorità transitoria dopo il 31 dicembre. Di fronte a questa situazione, l’organizzazione ha lanciato un appello alla mobilitazione della diaspora guineana in Europa per partecipare ad una manifestazione a Parigi il 28 dicembre, per chiedere la partenza della giunta dal potere.
Questa mobilitazione riflette il malcontento e l’urgenza avvertiti dai guineani di fronte al ritardo nel processo di transizione democratica. Attraverso questo evento, gli oppositori dell’attuale regime esprimono la loro determinazione a difendere i principi democratici e chiedono il rispetto degli impegni presi con la comunità internazionale.
La pressione esercitata dalla società civile e dall’opposizione affinché rispettino le scadenze e gli impegni presi dalla giunta testimoniano il desiderio del popolo guineano di vedere fiorire la vera democrazia nel proprio Paese. Le prossime settimane saranno decisive per il futuro politico della Guinea, e la mobilitazione di tutti, a livello locale e all’estero, è essenziale per far sentire la voce della gente e chiedere un cambiamento concreto e pacifico.