**La diplomazia congolese rifiuta qualsiasi dialogo con il gruppo ribelle M23 sostenuto dal Ruanda**
La ferma posizione del governo congolese nei confronti del gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, è stata riaffermata dal ministro degli Esteri Thérèse Kayikwamba Wagner. In una recente dichiarazione ha sottolineato che la Repubblica Democratica del Congo non è impegnata in negoziati con gruppi terroristici come l’M23. Questa posizione categorica nasce dalla volontà di non premiare coloro che ricorrono alla violenza per ottenere vantaggi politici o economici.
Secondo il ministro, il passato tumultuoso della RDC, segnato da negoziati con gruppi armati senza scrupoli, ha portato a un chiaro cambiamento nella politica: d’ora in poi non verrà avviato alcun dialogo con entità classificate come terroristi. Per sostenere la sua posizione, Thérèse Kayikwamba Wagner ha ricordato l’esistenza del processo di Nairobi, guidato dall’ex presidente keniano Uhuru Kenyatta, come il quadro appropriato per avviare discussioni con i gruppi armati congolesi. Ha insistito sul fatto che non esiste alcuna possibilità di ricompensa per le persone coinvolte in attività criminali come saccheggi, stupri e omicidi.
Il recente tentativo di incontro tripartito tra i presidenti Félix Tshisekedi, Paul Kagame e João Lourenço, volto a porre fine alle ostilità e al ritiro delle truppe ruandesi dalle zone congolesi, è stato annullato a causa del rifiuto della delegazione ruandese di parteciparvi. Le divergenze tra le parti durante i colloqui preliminari a Luanda hanno rivelato un disaccordo fondamentale, con il Ruanda che condiziona la firma di qualsiasi accordo sulla partecipazione dell’M23 ai colloqui. Una proposta respinta categoricamente dalla RDC che rifiuta di riconoscere la legittimità di questo gruppo ribelle.
Questo nuovo fallimento negli sforzi di mediazione angolani evidenzia le tensioni in corso nella parte orientale della RDC, esacerbate dalla presenza documentata di truppe ruandesi nella regione. Nonostante le speranze di risolvere la crisi, il percorso verso una soluzione pacifica sembra irto di ostacoli, soprattutto a causa delle posizioni inconciliabili delle parti in conflitto. La continuazione del dialogo e della mediazione resta essenziale per raggiungere una pace duratura nella regione.