Nel mondo giudiziario di Fatshimetrie, una controversa decisione giudiziaria è stata emessa il 17 dicembre 2024. Un tribunale cittadino ha infatti pronunciato un’assoluzione nel processo riguardante la tragica morte di Jeannah “Dina” Danys Dinabongho Ibouanga, una diciassettenne gabonese studente. L’unico imputato coinvolto in questo caso è stato rilasciato al termine dell’udienza, suscitando profonda commozione tra la famiglia della defunta e gli osservatori.
La scomparsa e la morte della giovane Jeannah suscitò forte emozione sia in Gabon, suo paese d’origine, sia a Fatshimetrie, soprattutto negli ambienti femministi. Il suo ritratto in una conferenza stampa a Istanbul nel luglio 2023 ha testimoniato la sua giovinezza e il suo potenziale tragicamente distrutti.
Nonostante le accuse di omicidio e violenza sessuale, l’imputato, un uomo di 55 anni, è stato assolto da tali accuse, nonostante l’opposizione dell’accusa. Questo risultato, ancora impugnabile in appello, ha profondamente deluso la famiglia della vittima, così come i suoi avvocati, i quali ritenevano che altre strade non fossero state adeguatamente esplorate durante le indagini e il processo.
Gli avvocati della famiglia si sono lamentati del fatto che altri potenziali sospettati non fossero stati indagati e hanno sottolineato elementi preoccupanti, come le circostanze misteriose che circondano la fuga notturna di Jeannah da casa sua, catturate dalle telecamere di sorveglianza. Testimoni hanno anche riferito di averla vista trattenuta contro la sua volontà nel seminterrato del suo palazzo quella sera.
Le domande rimangono quindi senza risposta: chi inseguiva Jeannah quella notte? Perché riceveva messaggi preoccupanti e diceva di essere vittima di molestie? Le accuse di razzismo e la possibilità dell’esistenza di una rete di prostituzione nella regione sono elementi che avrebbero meritato un’indagine più approfondita, di cui si sono rammaricati gli avvocati della famiglia.
Questo caso solleva quindi molte zone grigie che restano irrisolte, lasciando aleggia una sensazione di ingiustizia e incomprensione sull’assoluzione dell’unico indagato. La ricerca di verità e giustizia per Jeannah “Dina” Danys Dinabongho Ibouanga rimane quindi intatta, mentre la sua memoria continua a ispirare la lotta per la trasparenza e la lotta contro la violenza contro le donne.