** Reintegrazione sociale e professionalizzazione: i costruttori di Kinshasa alla ricerca di un futuro sostenibile **
Il 17 marzo, durante una cerimonia di marcatura presso l’U-Arena di Kinshasa, il generale maggiore Jean-Pierre Kasongo Kabwik ha elogiato il lavoro esemplare di un’unità speciale di 250 tirocinanti edili, recentemente addestrato nelle professioni di costruzione. Questi giovani, da ambienti spesso densi, hanno beneficiato di un programma di riabilitazione e formazione che mira a trascendere gli stereotipi e offrire loro un futuro migliore.
Questa iniziativa fa parte di un approccio più ampio al reinserimento sociale, che merita di essere analizzato da diversi angoli. Attraverso questa formazione, non è solo lo sviluppo delle competenze che viene presa in considerazione, ma anche la ridefinizione dell’identità sociale di questi giovani. In un paese in cui i giovani rappresentano quasi il 60% della popolazione, le sfide del reinserimento e della professionalizzazione sono cruciali per lo sviluppo della società.
### Una prospettiva storica: kulunas e stigma
Il termine “Kuluna”, precedentemente designare i giovani spesso associati ad attività criminali a Kinshasa, è stato a lungo un simbolo di stigma. I giovani che hanno partecipato a questa iniziativa, presi cura dalla polizia e assegnati al servizio nazionale, illustrano la trasformazione di un’immagine negativa in una potenziale fonte di orgoglio e contributo alla società. Questo processo di de-stigmatizzazione è essenziale: offrendo a questi giovani abilità pratiche, la società congolese sta iniziando a ricostruire il suo legame sociale dando speranza a una generazione spesso lasciata alle spalle.
Professionalizzazione ###: una leva per il cambiamento
La formazione fornita a questi costruttori comprende varie abilità, che vanno dalla muratura agli impianti idraulici, tra cui elettricità e pittura. Questa diversità di competenze è una risorsa in un paese in cui l’urbanizzazione accelerata crea una crescente necessità di manodopera qualificata. Secondo l’Osservatorio di occupazione e operazioni, la domanda di lavoratori qualificati nel settore delle costruzioni è aumentata del 25% negli ultimi cinque anni. Pertanto, questo programma non solo soddisfa una necessità sociale, ma anche per la necessità del mercato del lavoro, rafforzando le prospettive di lavoro per questi giovani.
### Un modello inclusivo: coinvolgimento delle donne
Il maggiore generale Jean-Pierre Kasongo Kabwik sottolinea che questa formazione non si limita agli uomini, ma include anche donne. L’integrazione delle donne in tradi tradizionalmente maschi mentre costruzioni rafforza l’idea di un cambiamento di paradigma necessario per lo sviluppo socio-economico del paese. In effetti, secondo l’Unione africana, l’uguaglianza di genere nel campo professionale può aumentare il PIL di un paese dal 3 al 6%. L’esempio delle donne delle donne di Kinshasa mostra che il cambiamento è possibile e che l’inclusione è un vettore di sostenibilità.
### Apprendimento non sincrono: tra teoria e pratica
La formazione ricevuta da questi giovani coinvolge un modello di apprendimento che combina conoscenze teoriche e esperienze pratiche sul campo nel settore, che è fondamentale nel processo di professionalizzazione. Durante l’insegnamento sostenuto dal tenente generale, le misure di sicurezza nei cantieri erano un punto centrale. Nel settore delle costruzioni, la sicurezza non è solo un requisito legale, ma anche morale. La formazione dei giovani a soddisfare questi criteri di sicurezza aiuta a ridurre gli incidenti lavorativi, un problema che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, colpisce milioni di lavoratori in tutto il mondo.
### a un futuro sostenibile
Questa iniziativa per riabilitare e professionalizzare i giovani costruttori a Kinshasa non dovrebbe essere percepita come un atto isolato, ma come un pezzo di puzzle sociale più ampio. In effetti, investire nelle capacità di un giovane spesso messo da parte è sia un atto di umanesimo che una scelta economica giudiziosa. I costruttori di oggi potrebbero essere gli architetti di un futuro pronto a affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali di domani.
Il reintegrazione di questi giovani attraverso la formazione e il lavoro è un approccio promettente per combattere la disoccupazione e la precarietà, ma anche per ripristinare la perdita dignità di una generazione. Alla fine, questa storia di costruttori a Kinshasa non è solo una storia di lavoro in corso, ma una vera costruzione sociale in forte espansione.
Monica Bubanji/Fatshimetrie.org