Perché i comunicatori cattolici della DRC dovrebbero ridefinire il loro impegno per la verità in un panorama dei media in crisi?


** Kinshasa, The Standard of Truth: The Mission of Catholic Communicators nella RDC di fronte alle sfide contemporanee **

Il 7 aprile 2025, un ricordo significativo ebbe luogo a Kinshasa, dove i comunicatori cattolici della Repubblica Democratica del Congo (RDC) furono invitati a riscoprire il valore essenziale del loro impegno per la verità. Sotto il tema stimolante “Qualunque sia il tuo lavoro, fallo con buon cuore”, prelevato dalla lettera di Saint Paul ai Colossesi, questo incontro ha evidenziato la necessità per i giornalisti di svolgere il loro ruolo non solo come professione, ma come una sacra vocazione.

### Una missione in tempi di crisi

La RDC è un paese in cui le informazioni possono essere preziose come una merce rara. In un contesto in cui la disinformazione circola rapidamente come uno scoppio di vento, il ruolo dei giornalisti assume la comparsa di una missione salvifica. I comunicatori, come padre Guy Maseta, segretario della Episcopal Social Communications Commission (CECO), hanno ricordato l’importanza di un giuramento: “Servire la verità per il bene della popolazione”. Questa affermazione assume una dimensione cruciale quando la mette in prospettiva con l’ascesa di false notizie e pregiudizi di informazioni distorte che circondano il panorama dei media globali.

### le sfide della verità in un mondo che cambia

In un momento in cui i canali di comunicazione aumentano con i social network onnipresenti, ottenere informazioni verificate è diventato un vero percorso ad ostacoli. I giornalisti cattolici, per la loro posizione unica, sono chiamati a dimostrare integrità e rigore nella selezione di fonti. Nel 2023, un rapporto dell’UNESCO ha rivelato che il 62% dei giovani adulti congolesi si basa sui social network come la principale fonte di informazioni, evidenziando un’urgente necessità di educazione mediatica, specialmente in un paese in cui l’alfabetizzazione mediatica è ancora in fase di sviluppo.

### il buon samaritano come modello giornalistico

Padre Maseta ha parlato del buon samaritano, un modello di altruismo e dedizione che può ispirare i comunicatori a sbarazzarsi della tentazione dell’instaneità a favore dell’autenticità. Parallelamente, i dati dell’OIF (Organizzazione internazionale di La Francophonie) sottolineano che solo il 10% dei giornalisti nella RDC considera che esercitano la loro professione senza pressione politica o economica, il che solleva una domanda essenziale: in che modo un giornalista può davvero essere una certa società se è soggetto a influenze esterne?

### Un nuovo approccio educativo

Va anche notato che il ricordo non è solo una semplice richiesta di azione. Rappresenta una forte necessità di professionalizzazione dei comunicatori a tutti i livelli. Le organizzazioni di formazione devono prendere in considerazione la creazione di moduli che integrano l’etica, la verifica dei fatti e la responsabilità sociale, il tutto nel contesto culturale congolese. Le iniziative locali, simili a quelle di Fatshimetrics, che sostengono un approccio etico alle informazioni, potrebbero svolgere un ruolo cruciale negli armamenti di questi giornalisti a navigare in tempi di incertezza.

### Conclusione: verso una rinascita del giornalismo cristiano

Il ricordo dei comunicatori cattolici a Kinshasa nell’aprile 2025 era molto più di un incontro spirituale: era un punto di partenza per una rinascita del giornalismo cristiano nella RDC. Impegnandosi a promuovere informazioni equa, verificate e benevoli, questi professionisti dei media non servono solo una comunità; Incoraggiano un ritorno a valori fondamentali in un mondo sempre più complesso e talvolta caotico.

Pertanto, facendo parte di questa dinamica di verità ed etica, i giornalisti possono diventare costruttori di pace e giustizia sociale, contribuendo all’elevazione morale e spirituale dei loro concittadini, pur rimanendo in linea con le questioni contemporanee. Nell’eco delle parole di San Paolo, la domanda rimane: quale ruolo di noi sceglie di svolgere in questo vasto panorama di informazioni? Una domanda a cui il duro lavoro dei comunicatori cattolici non è mai stata così rilevante.

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