L’analisi della governance sudafricana sottolinea l’inadeguatezza tra le dimensioni del gabinetto e le esigenze urgenti dei cittadini.

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### Analisi della governance in Sudafrica: dibattito sull’efficacia dei deputati ministeriali

Nel maggio 2024, il presidente Cyril Ramaphosa ha svelato un gabinetto che è stato descritto come un “atto di equilibrio politico”, tra cui 32 ministri e 43 deputati ministeriali. Questa configurazione suscita già domande sull’efficacia di tale struttura, anche se le sfide della governance e dei servizi pubblici sono sempre più urgenti in Sudafrica. L’idea che il paese possa salvare R100 milioni all’anno riducendo il numero di deputati ministeriali merita di essere esaminato in profondità.

#### una dimensione controversa dell’armadio

La più grande sfida in questo dibattito è la questione delle dimensioni e della composizione del gabinetto. In un momento in cui i cittadini sono chiamati a ridurre le loro spese personali, sembra paradossale che l’elevato servizio pubblico rimanga così pletorico. I 43 deputati ministeriali, ciascuno che guadagnano più di R2 milioni all’anno, non hanno un’autorità esecutiva costituzionale e sono principalmente responsabili dell’assistenza ai ministri durante gli eventi o le attività cerimoniali.

Questa situazione solleva una domanda cruciale: perché i sudafricani dovrebbero finanziare tale struttura i cui contributi sono entrambi difficili da misurare e apparentemente insignificanti? Quando mettiamo questa realtà in prospettiva con la situazione finanziaria degradata di molti comuni, si può solo chiedersi l’adeguatezza tra i costi operativi del governo e i risultati tangibili per la popolazione.

#### Un modello di governance discutibile

L’assenza di un elenco di responsabilità chiaramente definito per i deputati ministeriali contrasta fortemente con le pratiche osservate in altri paesi, in cui i dirigenti spesso operano con un numero ridotto di ministri. Ad esempio, paesi come la Cina e la Russia, che hanno diverse centinaia di milioni di abitanti, riescono a gestire le loro attività con dirigenti che sembrano più funzionali nonostante un certo numero di ministri inferiori.

In questo contesto, la questione dell’efficienza diventa ancora più urgente. Recenti rapporti di audit, che riportano spese irregolari di R22 miliardi di R22 miliardi nei dipartimenti guidati da ministri con deputati, mostrano che l’aumento del numero di deputati non è sembrato correlato a un miglioramento delle prestazioni amministrative.

#### Una chiamata alla riforma

Le critiche formulate di recente sulla pletora dei deputati ministeriali non sono nuove. Già nel 2015, l’ex presidente Jacob Zuma era stato criticato per aver formato un’azienda eccessiva. È ragionevole considerare che un modello di governance più razionalizzato, con un’enfasi sulle prestazioni e sulla responsabilità, potrebbe fornire soluzioni ai problemi strutturali del paese.

Le strutture provinciali, che operano senza deputati ministeriali, potrebbero essere un modello pertinente da considerare a livello nazionale. In effetti, se i ministeri provinciali riescono a gestire efficacemente la propria attività con un singolo membro dell’esecutivo responsabile della supervisione, perché non estendere questo modello a livello nazionale?

### ricerca di un equilibrio

Sebbene alcune voci sostengano che i deputati possano agire in ruoli arricchenti e necessari di supporto, la mancanza di trasparenza, relazione e sorveglianza strutturata solleva preoccupazioni sul loro vero contributo. La distinzione tra deputati attivi e quelli il cui ruolo è simbolico diventa vago nel panorama attuale, in cui la lotta contro il nepotismo e la corruzione è più rilevante.

Le raccomandazioni formulate per ridurre i costi dell’esecutivo sono state rimesse da parte, ma in un difficile contesto economico – con una disoccupazione allarmante dei giovani e infrastrutture rovinate – diventa indispensabile che la questione dei deputati sia riesaminata dalla serietà.

#### Conclusione

La situazione attuale in Sudafrica evidenzia la necessità di una riflessione nella profondità sulle strutture di governance. I risparmi realizzabili riducendo le dimensioni dell’esecutivo potrebbero essere reinvestiti nei servizi pubblici, che sono in prima linea sulle aspettative dei cittadini. La trasformazione di queste strutture non sarebbe solo una questione di economia, ma anche di giustizia sociale ed efficienza amministrativa. Alla fine, la governance con i risultati e il responsabile potrebbe costituire una leva essenziale per migliorare il benessere dei sudafricani, rafforzando al contempo la fiducia nelle istituzioni.

Poiché il paese sta avanzando verso le elezioni e i cittadini sono sempre più preoccupati per il loro futuro, sarebbe saggio ripensare la configurazione del governo per soddisfare le reali esigenze della popolazione. Le tracce di miglioramento esistono e spetta ai produttori di esplorarle.

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