La Ocean Viking, nave umanitaria noleggiata da SOS Méditerranée, è attualmente bloccata in banchina dalle autorità italiane per un periodo di 20 giorni. Il motivo di tale immobilizzazione è il mancato rispetto del decreto Piantedosi, che impone alle navi di soccorso di ottenere la preventiva autorizzazione delle autorità libiche prima di intervenire.
L’incidente è avvenuto quando la Ocean Viking ha ricevuto una seconda richiesta di soccorso in mare, mentre si dirigeva verso il porto di sbarco per scaricare i sopravvissuti della sua prima operazione di salvataggio. Nonostante i molteplici tentativi di comunicare con le autorità libiche, non è stata ottenuta alcuna risposta chiara. Di fronte all’urgenza della situazione, l’equipaggio ha quindi deciso di intervenire per soccorrere le persone in difficoltà.
Questa decisione ha avuto delle conseguenze per la Ocean Viking, che ora si ritrova immobilizzata per un periodo di 20 giorni sul molo, con una multa di 3.300 euro da pagare. Questa situazione solleva interrogativi sulla responsabilità delle autorità italiane nella gestione delle operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo.
La ONG SOS Méditerranée critica questa decisione e denuncia il decreto Piantedosi come “assurdo”. Secondo Sophie Beau, cofondatrice e direttrice generale di SOS Méditerranée, è moralmente e giuridicamente inaccettabile lasciare che le persone muoiano in mare.
Questo caso evidenzia le difficoltà incontrate dalle organizzazioni umanitarie nelle loro missioni di salvataggio nel Mediterraneo. Le ONG si trovano ad affrontare normative sempre più severe e ostacoli da parte delle autorità, che rendono il loro lavoro ancora più complesso.
È importante ricordare che la crisi migratoria nel Mediterraneo continua e che molte persone continuano a rischiare la vita cercando di attraversare il mare per raggiungere l’Europa. Le navi umanitarie svolgono un ruolo cruciale nel salvataggio di queste persone in difficoltà ed è essenziale sostenere la loro azione.
In conclusione, l’immobilizzazione della Ocean Viking per aver soccorso persone in pericolo solleva interrogativi sulla gestione delle operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo. Le ONG incontrano sempre più ostacoli e normative restrittive, che mettono a repentaglio la loro capacità di salvare vite umane. È necessaria una riflessione più ampia sulla crisi migratoria e sulle misure da adottare per garantire la sicurezza dei migranti.