Rivelazioni scioccanti: manipolazione delle scene del crimine da parte dell’associazione Zaka, tradimento della fiducia in un momento tragico

Rivelazioni choc: membri dell’associazione ebraica ultraortodossa Zaka accusati di aver manomesso le scene del crimine

In una recente inchiesta pubblicata dal quotidiano Haaretz, i membri dell’associazione ebraica ultraortodossa Zaka sono accusati di aver alterato le scene del crimine e di aver sfruttato gli attentati del 7 ottobre a scopo di lucro. Testimonianze di soldati israeliani, volontari della Zaka e altre organizzazioni supportano queste accuse.

Secondo l’indagine, alcuni membri della Zaka hanno mostrato mancanza di rigore nell’identificazione delle vittime, diffondendo immagini sensibili sui social network e diffondendo persino informazioni false. Alcune di queste false informazioni sono state ampiamente riportate dai media internazionali. Ad esempio, un volontario di Zaka ha fornito un resoconto terrificante dell’omicidio di una donna incinta a Beeri, dicendo che il suo grembo è stato aperto e il feto pugnalato. Tuttavia, non è stata stabilita alcuna prova di questo incidente e nessuno all’interno del kibbutz ha confermato questa storia.

L’indagine rivela anche casi di negligenza sulle scene del crimine. Mentre Zaka dovrebbe intervenire per identificare le vittime e seppellirle secondo la tradizione ebraica, i volontari recuperarono i corpi prima dell’arrivo della scientifica, causando problemi di identificazione e ritardando il processo di sepoltura.

Inoltre, ci sono segnalazioni di volontari della Zaka che utilizzano sacchi per cadaveri con il logo dell’organizzazione per coprire i corpi già avvolti dall’esercito israeliano. Questa pratica solleva dubbi sull’integrità e la professionalità dell’organizzazione.

Di fronte a queste rivelazioni schiaccianti, Zaka è stato criticato per la sua ricerca di visibilità mediatica, per aver diffuso storie di atrocità mai avvenute e per aver dimostrato una mancanza di professionalità sul campo.

È importante sottolineare che Zaka è un’organizzazione che ha acquisito notorietà grazie alla sua stretta collaborazione con l’esercito israeliano. Tuttavia, questa indagine mette in dubbio la legittimità di questa collaborazione e solleva preoccupazioni sull’integrità e l’affidabilità di Zaka.

È necessario intraprendere azioni per indagare su queste accuse e garantire che le vittime degli attacchi siano trattate con rispetto e dignità, senza sfruttamento a scopo di lucro o promozione mediatica.

È fondamentale mantenere la fiducia e la trasparenza nelle organizzazioni che intervengono in situazioni tragiche come gli attentati, al fine di garantire il rispetto dei diritti delle vittime e l’integrità delle indagini penali. Questo caso evidenzia l’importanza di verificare le informazioni prima di diffonderle e di sfidare le narrazioni sensazionalistiche che possono minare l’integrità del giornalismo e il rispetto per le vittime.

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