Le partenze di massa di migranti dalle coste tunisine verso l’Europa hanno raggiunto un livello allarmante nel 2023. Secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali, dall’inizio dell’anno sono almeno 1.313 le persone scomparse o morte nel Mar Mediterraneo. Una cifra record che testimonia il disagio e la disperazione di queste persone in cerca di una vita migliore.
Tra i dispersi ci sono molti tunisini, ma anche migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana che hanno fatto la scelta pericolosa di tentare la traversata verso l’Europa. Aumentano le partenze e le famiglie dei dispersi sono immerse nell’angoscia e nel dubbio sulla sorte dei propri cari. I ritratti dei dispersi sono esposti nella città di El Hencha, ricordandoci la tragica portata di questa situazione.
La storia di Meftah Jalloul, un padre che ha visto suo figlio Mohamed andare per mare, è toccante. Nonostante la voglia di dissuaderlo, Mohamed aveva già tentato più volte di raggiungere l’Europa. Questa volta se n’è andato senza avvisare suo padre e da allora Meftah non ha più avuto sue notizie. Uno scenario che si ripete per tante famiglie, abbandonate a se stesse e immerse nell’incertezza.
Le condizioni di partenza per questi migranti sono particolarmente precarie, con imbarcazioni improvvisate e traversate in caso di maltempo. Corrono questo rischio nella speranza di sfuggire alla vigilanza delle guardie costiere e di poter raggiungere le coste europee. Ma troppo spesso questi tentativi finiscono in tragedia, con naufragi che lasciano le famiglie senza risposte sulla sorte dei loro cari.
La disperazione delle famiglie è tanto più grande in quanto le autorità sembrano impotenti di fronte a questa situazione. Nonostante sia stata aperta un’indagine, le perquisizioni in mare non hanno prodotto risultati e le famiglie devono svolgere le proprie indagini. La mancanza di informazioni e di sostegno da parte delle autorità lascia queste famiglie in un’angoscia insopportabile.
Allo stesso tempo si stanno verificando nuove tragedie, come quella avvenuta di recente nella zona di Biserta, dove sono risultate scomparse anche 17 persone. Le famiglie si stanno mobilitando, ma il difficile processo di elaborazione del lutto è reso ancora più complesso dall’assenza di corpi ritrovati.
Di fronte a questa tragedia, è importante ricordare che i migranti sono spinti a correre tali rischi dalle condizioni di vita precarie nel loro paese di origine. È urgente agire per migliorare queste condizioni e offrire prospettive reali alle popolazioni affinché non siano costrette a rischiare la vita in mare.
In conclusione, i dati allarmanti relativi alle persone disperse nel Mar Mediterraneo dalle coste tunisine nel 2023 evidenziano una grave crisi umanitaria. Le famiglie dei dispersi vivono nell’angoscia e nell’incertezza, mentre le autorità sembrano sopraffatte da questa situazione. È fondamentale agire per prevenire ulteriori tragedie e offrire soluzioni durature a coloro che stanno disperatamente cercando di trovare una vita migliore.