Gli ex militanti della Nigeria chiedono pagamenti al Programma di amnistia presidenziale
Un gruppo di 183 ex attivisti nigeriani ha recentemente presentato una denuncia contro il Programma di amnistia presidenziale (PAP) per il mancato pagamento delle loro indennità mensili obbligatorie dall’ottobre 2012. Questi ex agitatori, beneficiari del programma di amnistia governativa dal 2009, hanno ha presentato 17 denunce separate davanti al giudice James Omotosho, cercando di ottenere i dovuti pagamenti.
Uno dei denuncianti, Benneth Ofeyena, ha affermato che avrebbe ricevuto uno stipendio mensile di N65.000 come beneficiario della Fase 2 PAP. Ha sostenuto che il mancato pagamento di questa indennità era illegale e ha chiesto un risarcimento retroattivo di oltre N8 milioni per il periodo da ottobre 2012 ad aprile 2023, nonché il pagamento continuato della sua indennità mensile fino ad oggi.
Anche gli altri denuncianti hanno chiesto importi simili e hanno sottolineato che, nonostante un budget governativo annuale di oltre 60 miliardi di dollari stanziati per il PAP, i pagamenti sono stati interrotti senza una valida spiegazione.
Durante le udienze in tribunale, i querelanti hanno presentato prove della loro partecipazione al programma di amnistia, comprese carte d’identità e certificati di formazione rilasciati dal governo. Hanno affermato di aver rispettato i termini del programma e ora chiedono che i pagamenti riprendano come concordato nel 2009.
Gli avvocati degli ex attivisti hanno sostenuto la loro causa in tribunale e hanno insistito nel rispettare gli accordi presi tra il governo e gli ex agitatori. Il giudice Omotosho ha approvato i documenti presentati come prova e ha fissato le date per le argomentazioni della difesa.
Questo caso evidenzia le sfide affrontate dagli ex militanti che hanno scelto di deporre le armi e impegnarsi in un processo di reintegrazione sociale. Solleva anche interrogativi sulla responsabilità del governo nei confronti di coloro che hanno scelto di rinunciare alla violenza per abbracciare un futuro pacifico.