L’Oregon ha recentemente causato scalpore con la sua controversa decisione di riformare la depenalizzazione delle droghe pesanti, prendendo una direzione opposta a quella intrapresa nel 2021. La governatrice democratica Tina Kotek ha firmato una legge che, a partire da settembre, permetterà nuovamente il possesso di droghe come fentanil, eroina, cocaina ed ecstasy.
Questa svolta rappresenta un netto cambiamento rispetto alla precedente politica di depenalizzazione, che aveva fatto dell’Oregon un esempio innovativo nell’affrontare il consumo di droghe. Tuttavia, i risultati non sono stati quelli sperati. La crisi legata al fentanil ha colpito duramente lo stato, con un aumento preoccupante delle morti per overdose.
Di fronte a questa emergenza sanitaria e alla mancanza di adeguate strutture di supporto per i consumatori, l’opinione pubblica ha gradatamente iniziato a richiedere un intervento più deciso contro l’uso di droghe pesanti. In particolare, i critici della depenalizzazione hanno evidenziato la sua inefficacia e le conseguenze negative sulla salute pubblica, mentre gli operatori sanitari hanno denunciato le difficoltà nel fornire i servizi necessari agli utenti.
Nonostante la retromarcia, la nuova legge dell’Oregon cerca comunque di favorire alternative al sistema penale quando possibile e di promuovere una collaborazione più stretta tra le forze dell’ordine e i servizi sanitari. L’obiettivo è quello di garantire un trattamento alle persone coinvolte nel consumo di droghe, mantenendo al contempo una certa forma di responsabilità.
La decisione dell’Oregon di cambiare rotta nella sua politica sulle droghe pone domande complesse sull’approccio migliore per affrontare questo problema. Mentre il dibattito prosegue negli Stati Uniti e altrove, è chiaro che trovare un equilibrio tra repressione e prevenzione è essenziale per affrontare efficacemente le sfide legate all’uso illecito di sostanze stupefacenti.