Nella regione di Beni, nel Nord Kivu, l’orrore continua a colpire. Rapporti recenti indicano che sono stati ritrovati quindici corpi di contadini, vittime dei ribelli dell’ADF nei quartieri di Sayo e Kasanga-Tuha. Uomini e donne, compreso un ottantenne, furono assassinati a sangue freddo, portando a trentotto il numero dei civili uccisi in sole due settimane. Questa ondata di violenza incessante evidenzia l’urgenza per le autorità locali di adottare misure drastiche per porre fine a questo ciclo infernale.
Il presidente della società civile del comune di Mulekera, Joseph Sabuni, è indignato per questa tragedia e chiede un’azione rapida e decisiva da parte delle autorità amministrative e militari. Sottolinea la necessità di eliminare questi nemici che operano impunemente nella regione di Beni, in particolare nei distretti di Sayo, Bunji, Matembo e Kasanga-Tuha. Sabuni deplora la mancanza di sforzi da parte delle autorità per neutralizzare le ADF, che sembrano agire impunemente nel cuore della città.
Nonostante le assicurazioni dell’esercito di rafforzare le misure di sicurezza, la popolazione resta esposta alla minaccia delle ADF, sempre più attive nella regione. La società civile chiede azioni concrete sul terreno, in particolare operazioni su larga scala volte a sradicare la presenza dei ribelli in questa zona considerata una delle loro roccaforti.
L’aumento degli attacchi da parte dei ribelli dell’ADF sottolinea l’urgenza per le autorità congolesi di adottare misure sostanziali per proteggere la popolazione civile. Gli abitanti di Beni sono in preda al terrore e alla disperazione, di fronte all’incapacità delle autorità di garantire la loro sicurezza e di porre fine alla violenza mortale che affligge la regione.
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