Nella regione dell’Ituri, più precisamente a Bunia, la vita quotidiana degli abitanti dei distretti di Bankoko, Ngezi e Mudzipela è gravemente sconvolta da quattro lunghi mesi. La causa è stata la carenza di acqua potabile, che ha lasciato oltre 2.800 residenti senza questa risorsa vitale. Le ragioni di questa situazione allarmante risalgono ai lavori di ristrutturazione delle strade urbane intrapresi dalle società Safricas e Mont Gabaon, durante i quali sono state danneggiate le condutture dell’acqua.
Per questi residenti l’accesso all’acqua potabile è diventata una vera e propria sfida quotidiana. Costretti a percorrere lunghe distanze per procurarsi acqua potabile, alcuni non hanno altra scelta che attingere al fiume Ngezi, esponendo così la loro salute al rischio di malattie trasmesse dall’acqua. Di fronte a questa situazione critica, la popolazione esprime il suo disagio ed esasperazione, come testimonia uno dei residenti: “Stiamo soffrendo enormemente. I nostri cari devono avventurarsi lontano per trovare l’acqua. È imperativo riparare questi tubi in modo da poter beneficiare di una fonte affidabile di acqua potabile. »
Fortunatamente sono in corso azioni concrete per porre rimedio a questa crisi. La ONG Centro per l’avvio dello sviluppo rurale dell’Ituri (CIDRI), responsabile della distribuzione dell’acqua potabile nella regione, sta lavorando attivamente per risolvere questo problema. Grazie al supporto di Safricas, sono state acquistate nuove tubazioni e le squadre tecniche del CIDRI, oltre a tecnici locali formati, stanno lavorando per ripristinare la fornitura di acqua potabile. Innocent Ngadru, capo della ONG, ha dichiarato: “I tubi sono in nostro possesso e stiamo iniziando i lavori di riparazione. Stiamo installando la conduttura tra l’ospedale e Ngezi-Kappa per ripristinare l’acqua nella prigione centrale. »
Inoltre, la ONG CIDRI chiede una collaborazione efficace da parte della compagnia Mont Gabaon per garantire un rapido ritorno alla normalità per tutti i residenti colpiti da questa situazione critica. Il lavoro sta procedendo molto e c’è speranza in un imminente ritorno alla normalità per questi quartieri in difficoltà. Emergono segnali positivi e potrebbe darsi che già la prossima settimana la popolazione possa riacquistare l’accesso all’acqua potabile.
Di fronte a questa crisi umanitaria, la mobilitazione e la solidarietà sono essenziali per garantire il benessere e la salute degli abitanti di questi quartieri. È fondamentale che tutte le parti interessate uniscano le forze per risolvere questa emergenza e garantire una fornitura sostenibile di acqua potabile per tutti. Unendo le forze, possiamo superare gli ostacoli e garantire un futuro più sano e prospero a Bunia e ai suoi abitanti.