La lotta per il marchio “molto riservato, molto attento” sui social media

Fatshimetrie, termine che risuona sui social in maniera virale, attira l’attenzione degli utenti in questa stagione estiva. Al centro di questa notorietà c’è il creatore di TikTok Jools Lebron, che sta cercando di ottenere un marchio per l’uso delle sue ormai famose espressioni.

La settimana scorsa, LeBron ha depositato una domanda di marchio presso l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti per proteggere “molto pudico, molto attento” in vari campi come l’intrattenimento e la pubblicità, inclusa la promozione di prodotti di bellezza – ha confermato un rappresentante di LeBron all’Associated Press. .

La mania per i contenuti “molto discreti” è decollata all’inizio di agosto quando Lebron si è rivolta a TikTok per descrivere i suoi capelli e il suo trucco per il lavoro. Il suo linguaggio ha affascinato gli utenti di Internet e ha portato a una cascata di video simili, con termini come “consapevole” e “carino” che hanno inondato il web, comprese celebrità di prim’ordine.

I creatori di contenuti possono guadagnare entrate considerevoli una volta diventati famosi sui social media, sia attraverso partnership con marchi che donazioni da parte dei loro follower. Per LeBron, una donna transgender, questo momento virale ha contribuito a finanziare il resto della sua transizione.

I marchi possono contribuire a garantire i diritti per il mantenimento di determinate attività commerciali in futuro. Le richieste di Lebron sono attualmente in fase di elaborazione e probabilmente ci vorrà del tempo prima che venga presa una decisione definitiva.

Tuttavia, questa iniziativa è tanto più notevole in quanto diverse persone senza alcun legame noto con LeBron hanno anche tentato di registrare marchi legati al “pudico”, in un evidente tentativo di capitalizzare il successo di questo linguaggio, a scapito dei fan di “pudico”. LeBron.

Questo caso, ancora pendente, evidenzia la complessità della registrazione di marchi per espressioni virali e la lotta che i creatori di contenuti sulle reti devono affrontare per ricevere il riconoscimento e le protezioni necessarie per trarre profitto dalle tendenze che “diffondono”.

Secondo gli esperti è possibile registrare un’espressione virale purché vi sia un uso commerciale. I marchi servono a indicare l’origine di un prodotto o servizio ai consumatori, ma non garantiscono necessariamente l’attribuzione per la creazione del nome in primo luogo.

La protezione del lavoro dei creatori di contenuti nell’era digitale di oggi solleva crescenti preoccupazioni sull’ottenere credito per il loro lavoro. Per beneficiare dei diritti sui marchi, devi essere il primo e avere le risorse per portare a termine l’accordo.

Non è raro vedere diverse domande di marchio emergere durante un fenomeno virale. Tuttavia, alcune frasi vengono spesso utilizzate in modo generico, il che può renderne difficile il riconoscimento come indicatore del marchio. Inoltre, può essere difficile quando non viene dato credito al creatore che ha dato il via alla tendenza, sollevando preoccupazioni sull’appropriazione online del lavoro delle minoranze.

In conclusione, la saga “molto pudica, molto consapevole” mette in luce le questioni relative alla tutela del lavoro dei creatori di contenuti sui social network, evidenziando al contempo la necessità di riconoscimento e sostegno per questi individui che danno vita alle tendenze virali.

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