Fatshimetria
Il 26 agosto, nel corso del Seminario interparlamentare di cooperazione regionale sul cambiamento climatico tenutosi a Malabo nella Guinea Equatoriale, il primo vicepresidente dell’Assemblea nazionale congolese, il professor Isaac Jean-Claude Tshilumbayi, ha pronunciato un duro discorso denunciando la guerra di aggressione subita dalla Repubblica Democratica del Congo. Al centro del suo intervento c’era una grande preoccupazione: la protezione del territorio congolese, soprattutto di fronte al saccheggio delle sue risorse naturali e al degrado del suo ecosistema.
Il bacino della Repubblica Democratica del Congo, infatti, è riconosciuto come il secondo polmone del mondo, svolgendo un ruolo cruciale nella preservazione dell’ambiente e nella lotta al riscaldamento globale. È quindi imperativo fermare lo sfruttamento abusivo di queste risorse naturali. Il professor Tshilumbayi ha puntato il dito contro il Ruanda, accusato di sostenere il gruppo ribelle M23 e di minacciare la stabilità della regione esacerbando i conflitti armati nel Congo orientale.
Di ritorno da una visita in Angola, dove ha incontrato il presidente Joao Lourenço per affrontare la questione della sicurezza nell’est della RDC, il primo vicepresidente ha sottolineato la dannosa interferenza del Ruanda negli affari congolesi. In un contesto in cui la cooperazione regionale è essenziale per garantire la pace e la stabilità, è fondamentale porre fine a queste ingerenze esterne e promuovere relazioni basate sul rispetto reciproco tra i paesi della regione.
La preoccupante situazione della sicurezza nell’est della RDC è stata al centro dei dibattiti durante la 55a assemblea plenaria del Forum parlamentare della SADC a Luanda. Le discussioni si sono concentrate sulle sfide legate all’integrazione energetica, ma è chiaro che la questione della sicurezza è inseparabile dalle questioni ambientali ed economiche che la RDC deve affrontare.
In conclusione, la denuncia dell’aggressione contro la Repubblica Democratica del Congo da parte del primo vicepresidente dell’Assemblea nazionale congolese evidenzia l’urgenza di proteggere le risorse naturali del Paese e di promuovere una cooperazione regionale rispettosa della sovranità di ciascuno Stato. La questione va oltre i confini nazionali e riguarda il futuro dell’intera regione.