La fragilità delle minoranze religiose in Siria e Palestina nel periodo natalizio

Questo estratto da un post sul blog evidenzia le tensioni e le paure dei cristiani in Siria di fronte alla recente ondata di proteste seguite all
La recente ondata di proteste nei quartieri cristiani di Damasco, in Siria, in seguito all’incendio di un albero di Natale in un’altra città da parte di individui non identificati, mette in luce la delicata situazione delle minoranze religiose nel Paese. Il triste incidente, in cui degli uomini hanno appiccato il fuoco a un albero di Natale esposto al pubblico nella città a maggioranza cristiana di Suqaylabiyah, vicino a Hama, ha scatenato indignazione e rabbia.

Video che mostrano l’atto vandalico sono circolati online, scatenando le reazioni dei cristiani che hanno espresso il loro malcontento e chiesto una maggiore protezione per la loro comunità. Le tensioni sono palpabili a Damasco, dove i manifestanti si sono diretti verso le chiese per esprimere le loro preoccupazioni.

Da quando, tre settimane fa, i ribelli dell’opposizione sono riusciti a rovesciare il presidente Bashar al-Assad, i cristiani in Siria vivono in un clima di incertezza e paura. Nonostante le rassicurazioni fornite dai ribelli sulla protezione dei luoghi di culto e delle proprietà cristiane, la situazione resta precaria.

Il gruppo ribelle islamista Hayat Tahrir Al-Sham, guidato da Ahmad al-Sharaa, precedentemente noto come Abu Mohammed Al Jolani, controlla ora gran parte della Siria. Sebbene il gruppo abbia affermato che proteggerà le minoranze religiose del Paese, non sono state annunciate misure concrete per garantire specificamente la sicurezza dei cristiani durante le celebrazioni natalizie.

Con l’avvicinarsi dei festeggiamenti, gli abitanti di Damasco restano vigili, temendo possibili attacchi da parte di gruppi armati non affiliati ad Hayat Tahrir Al-Sham. Nonostante la presenza di decorazioni natalizie nei quartieri cristiani della città, molti residenti hanno deciso di limitare i festeggiamenti per precauzione.

Mentre le tensioni persistono e l’insicurezza regna sovrana, i cristiani siriani desiderano semplicemente vivere in pace e sicurezza. Il periodo delle feste, che dovrebbe essere un momento di gioia e condivisione, è invece segnato dalla paura e dall’incertezza.

Nella città di Betlemme, considerata il luogo di nascita di Gesù, la situazione non è certo più incoraggiante. Le restrizioni imposte e il grave isolamento causato dal conflitto hanno fatto sprofondare la città in una crisi economica senza precedenti. Il blocco del turismo e la chiusura delle porte ai pellegrini hanno causato ingenti perdite finanziarie e una disoccupazione di massa.

Nonostante queste sfide, gli abitanti di Betlemme intendono celebrare il Natale in solidarietà con il popolo palestinese e come protesta contro l’oppressione che subiscono. La mancanza di turisti e le precarie condizioni economiche non indeboliscono la loro determinazione a mantenere le tradizioni e le cerimonie religiose.

In questi tempi difficili, in cui la pace e la libertà religiosa sono minacciate, la speranza rimane nella resilienza e nella solidarietà delle comunità cristiane in Siria e Palestina.. Nonostante gli ostacoli, la fiamma del Natale arde ancora, simbolo di speranza e rinnovamento nei tempi bui.

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