Avenue Sefu a Kinshasa: tra dilapidazione e promesse, la disperazione di una popolazione in cerca di dignità


** Kinshasa, 9 aprile 2025 – Lamba Struggle: quando le strade diventano lo specchio di una capitale alla deriva **

Il calore di Kinshasa, il 9 aprile, era quasi palpabile, colorato dalle grida di disperazione; Una melodia dissonante che risuona nelle arterie traboccanti della capitale congolese. A Lemba, una città in cui l’asfalto si è trasformato in fango, la situazione è più che preoccupante. La Sefu Avenue, precedentemente un’arteria vitale che collega il Super Lemba e Terminus Crossroads, è oggi un campo di battaglia, un vero crogiolo di disillusione.

Quando Jean Serge Poba, il Bourgmestre, evoca lo stato deplorevole delle sue strade, non parla solo di bitume. Parla di condizioni di vita. “Imprazionabile”, dice. Un modo lucido per descrivere un’imboscata quotidiana, in cui ogni viaggio diventa un attraversamento del deserto. A volte si verifica un piccolo miracolo: il municipio invia una macchina per effettuare alcune riparazioni, una scossa di speranza. Ma ora, la pioggia … questo elemento tanto imprevedibile quanto è essenziale per spazzare il piccolo sforzo fatto e i nidi di pollo riappariscono come fantasmi rivisitati.

Ciò che colpisce qui è questa dualità inquietante: da un lato, il discorso del governatore di Kinshasa, Daniel Bumba, che afferma con aplomb che sono già gestiti 40 dei 60 chilometri di strada da riabilitare. Dall’altro, la evidente realtà della fatiscenza. Queste figure, mostrate come successi, si imbattono nella rabbia noiosa degli abitanti che lottano in un mare di fango e deviazioni. Chi credere?

Lungi dai dipinti di Excel e promesse nell’aria, la sofferenza quotidiana dei kinois può essere letta sui volti distorti dalla rabbia e dall’impotenza. Non sono più contenti di subire, chiedono account. Chi sono questi incivori che volano in quanto potrebbe essere la loro salvezza? Ombre in un paesaggio in cui tutti sono alla ricerca di un mezzo di sopravvivenza. La strada non è solo uno spazio di transito, ma simboleggia l’accesso a dignità, sicurezza, economia.

Ma allora, perché questa inerzia di fronte a problemi di infrastruttura? La RDC soffre di un male che va oltre la semplice gestione della strada. È una questione di governance, impegno, infrastrutture moderne che sono lente a venire. È una danza macabra tra promesse e indignazione, tutto su ciottoli pieni di pioggia, intervallati da un’amministrazione che a volte sembra giocare a nascondino con la realtà.

Potremmo chiederci: cosa è così difficile da capire nel bisogno fondamentale di una strada praticabile? Quante vite dovrebbero essere sacrificate su queste strade fallite prima di adottare misure reali? Gli incubi di motociclisti, pedoni, ancora più quelli dei piccoli commercianti che dipendono dal traffico per vivere, si ripetono ogni giorno, ogni viaggio.

E se la strada andasse oltre il semplice rivestimento? Se fosse il battito cardiaco della città, lo specchio delle promesse non detenesse di potere che spesso sembra fuori portata? Una vera richiesta di urgenza è essenziale, non solo per Sefu, ma per un’intera generazione che merita di vedere strade degne del nome, un riflesso di una società che aspira a progredire. Kinshasa è un grande corpo sofferente, con arterie ostruite da miseria e negligenza.

La riabilitazione delle strade può sembrare aneddotica alla scala di un paese ricco di risorse, ma il male è radicato più profondamente. Quindi, quando è una vera riforma che renderà questa strada, e così tanti altri, rilevanti per gli occhi di un governo che si destreggia con figure e retoriche? Cosa stiamo aspettando per dare a Kinois il diritto di esaminare strade degne della loro storia, del loro presente e del loro futuro? È tempo di rompere il ciclo delle promesse non arruolate e dare priorità alle infrastrutture che non sono solo sogni sulla carta.

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